che cos’è ?

La privacy nei social media è il diritto garantito in capo all’utente di controllare che le informazioni che lo riguardano vengano trattate nel rispetto delle vigenti normative, mirate a consentire l’autodeterminazione del singolo e il controllo delle notizie che lo riguardano.

evoluzione normativa

Come siamo arrivati al GDPR? Non è che chi fa le norme europee un giorno ha deciso di regolamentare la questione del trattamento dei dati personali così, tanto per rendere la vita difficile a tutte le imprese, gli enti e i professionisti d’Europa. No, la storia della protezione delle informazioni personali inizia molto tempo prima dell’UE, molto tempo prima del Codice Privacy e soprattutto non inizia nel Vecchio Continente, ma negli Stati Uniti di fine ‘800 quando, per la prima volta, si è iniziato a parlare di privacy

In questo articolo, ripercorriamo le tappe che hanno portato al GDPR:

Tutto è iniziato negli Stati Uniti di fine ‘800, a Boston, quando due avvocati, Warren e Brandeis, pubblicano sulla rivista Harvard Law Review il primo articolo sul diritto alla privacy.

  • -1890, “The Right to Privacy” e la differenza tra protezione del dato e diritto alla privacy
  • -Costituzione italiana (1947) e Convenzione CEDU (1950): tutela della sfera privata dallo Stato
  • -1978 e 1981, Le prime norme sulla protezione dei dati personali
  • – Direttiva 46 del 1995, Codice Privacy e Trattato di Lisbona (2007)
  • – 2016, Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e Codice novellato

Diritto di cancellazione (“diritto all’oblio”) (art.17)

Il cosiddetto diritto “all’oblio” si configura come un diritto alla cancellazione dei propri dati personali in forma rafforzata.

Si prevede, infatti, l’obbligo per i titolari che hanno “reso pubblici” i dati personali dell’interessato, ad esempio pubblicandoli su un sito web, di informare della richiesta di cancellazione altri titolari che trattano i dati personali cancellati, compresi “qualsiasi link, copia o riproduzione” (art. 17, par. 2).

Il nuovo consenso informato della legge 219/17

Il consenso informato è definito e disciplinato, per la prima volta in Italia, dalla legge 219/17 contenente “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” – detta anche legge sul Biotestamento. In tale legge sono normati tutti gli aspetti procedurali del consenso informato, e sono indicati i 3 attori di tale processo:

  • pazienti
  • équipe medica
  • struttura sanitaria.

privacy : il caso FACEBOOK

Ormai noto ai più, a tal proposito, è il caso di Facebook, il social network fondato da Mark Zuckerberg e oggi di proprietà della Meta Platforms, Inc., che ha avuto forse il maggior successo, grazie alla semplicità di utilizzo e all’interfaccia user-friendly in grado di suscitare un impressionante apprezzamento da parte di un pubblico ormai mondiale che, nel tempo, ha sviluppato un’enorme passione per la pubblicazione e la condivisione di fotografie e dei più disparati post.
L’utilizzo di questo strumento di comunicazione presenta, tuttavia molti rischi per la riservatezza dell’utente, il quale, nel momento in cui ci si iscrive a Facebook automaticamente consente che il suo nome venga indicizzato sui motori di ricerca, così che i suoi dati e la sua immagine divengono esposti e visibili a chiunque.
Per quanto riguarda il diritto alla cancellazione, invece, l’utente non è messo nelle condizioni di poter facilmente recedere dal servizio, in quanto sulla pagina principale non è riportata alcuna indicazione in merito a tale possibilità, che è richiamata solo accedendo alle impostazioni del proprio profilo.

l gestione dei dati in internet

La gestione dati è la pratica della raccolta, organizzazione e accesso ai dati a supporto della produttività, dell’efficienza e del processo decisionale. Considerato il ruolo centrale che i dati rivestono oggi nel business, una solida strategia di gestione  e un sistema evoluto di gestione dei dati sono essenziali per qualsiasi azienda, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore.

Il processo di gestione dei dati si articola in una serie di attività e procedure diverse, quali:

  • Raccolta, elaborazione, validazione e archiviazione dei dati
  • Integrazione delle diverse tipologie di dati provenienti da fonti disparate, compresi i dati strutturati e non strutturati
  • Garanzia di un’elevata disponibilità di dati, anche con misure di disaster recovery
  • Governo delle modalità d’uso e accesso ai dati da parte di utenti e applicazioni
  • Tutela e protezione dei dati e difesa della privacy

e la sicurezza dei dati?

Il termine “sicurezza dei dati” indica la pratica di proteggere le informazioni digitali da accessi non autorizzati, danneggiamenti o furti durante tutto il loro ciclo di vita. È un concetto che comprende ogni aspetto della sicurezza delle informazioni, da quella fisica dell’hardware e dei dispositivi di archiviazione ai controlli amministrativi e di accesso, fino alla sicurezza logica delle applicazioni software. Include anche policy e procedure organizzative.

Se implementate correttamente, le strategie di sicurezza dei dati proteggono le risorse informatiche di un’organizzazione non solo dalle attività dei criminali informatici, ma anche dalle minacce interne e dagli errori umani, che rimangono al momento tra le principali cause di violazione dei dati. La sicurezza dei dati implica l’impiego di strumenti e tecnologie capaci di migliorare la capacità di un’organizzazione di vedere dove risiedono i dati critici e come vengono utilizzati. Idealmente, questi strumenti devono essere in grado di applicare protezioni come la crittografia, il mascheramento dei dati e la redazione dei file sensibili, e di automatizzare la creazione di report per semplificare gli audit e il rispetto dei requisiti normativi.

le cause negative dei social sull’utente

L’innovazione tecnologica e i social network hanno rivoluzionato la nostra società e il modo in cui ci connettiamo, comunichiamo e condividiamo informazioni.

Da un lato, l’innovazione tecnologica e i social network hanno reso più facile per le persone rimanere in contatto con amici e familiari, anche a distanza. Abbiamo accesso a una quantità incredibile di informazioni e risorse, che ci consentono di imparare, esplorare nuovi interessi e connetterci con persone che condividono le nostre passioni. Le piattaforme di social media ci offrono uno spazio per esprimere le nostre idee, dare voce alle nostre opinioni e promuovere, a volte, cause importanti.

C’è però un lato negativo. L’uso eccessivo dei social network può portare a problemi di dipendenza, isolamento sociale e perdita di tempo prezioso. Le piattaforme di social media possono amplificare la comparazione sociale, portando a sensazioni di insoddisfazione e bassa autostima. Anche la diffusione di informazioni errate o manipolate può alimentare la disinformazione e influenzare il nostro pensiero critico.